Feste e sagre in Sicilia

Santuario della Madonna del Balzo

Piazza Triona - Bisacquino (PA)

Grande importanza religiosa riveste il Santuario della Madonna del Balzo (Patrona di Bisacquino), edificato nel XVII secolo sul monte Triona, che sovrasta l’abitato di Bisacquino, a quasi mille metri di altitudine. La leggenda narra che nel seicento un giovane dai modi alquanto bruschi, trovandosi sul monte a pascolare, in un impeto di rabbia scagliò il suo coltello contro una pietra sulla quale era raffigurata l’immagine della Madonna. Il giovane rimase fulminato all’istante e la madre non smise di invocare il perdono della Madonna piangendo sulla stessa pietra e sul corpo senza vita del figlio. Tutto il paese si commosse ed invocò unanime la grazia alla Madre Celeste. Così fu: il ragazzo tornò in vita e la popolazione in segno di devozione grandissima edificò su quel luogo miracoloso l’attuale santuario in onore di quella che fu definita la «Madonna del Balzo», di cui viene conservata l’immagine. Durante la costruzione del santuario, i materiali venivano trasportati dal paese fin lassù con l’ausilio di animali da soma. Ma la via doveva assumere un aspetto che richiamasse al raccoglimento e alla preghiera. La "Via Sacra" che conduce al Santuario è il risultato fruttuosa missione fatta nel dicembre del 1694, in cui frà Biagio da Caltanissetta, cappuccino, fece costruire, "le quattordici mansioni della Passione di Cristo", ciascuna col suo altare e l’immagine del diverso mistero e la sua croce. Più volte, infatti, sono state divelte e ricostruite. Nel 1960, per il rifacimento della via sacra, alcune stazioni della Via Crucis furono tolte, nel punto in cui la strada si fa pressoché pianeggiante ed oggi se ne contano solo dodici.
 
La chiesa, alla quale è connesso un eremo, è meta di pellegrinaggio per pregare dinanzi alla statua della Madonna con Bambino, scultura ad altorilievo dipinta e custodita nell’edicola in marmo dell’altare maggiore. Dal sagrato della chiesa si ammira un panorama mozzafiato. La strada prosegue fino alle neviere, cavità naturali in cui si usava conservare la neve per tutta l’estate con il solo aiuto di paglia e teli. La neve così conservata veniva venduta nelle città che erano ancora sprovviste di frigorifero.

Fonte / Autore: www.comune.bisacquino.pa.it


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