Feste e sagre in Sicilia

Affittacamere Nicolò  *

VIA G. AMENDOLA, 17 - Alcara li Fusi - Contatta la struttura | Visita il sito web

L'ospitalità nel cuore del centro storico
Soggiornare nell'accogliente struttura è l'ideale per chi ama trascorrere qualche giorno in un piccolo borgo dei Nebrodi con la voglia di scoprirne i luoghi, le tradizioni, i sapori e lo stile di vita.

La confortevole e pratica struttura è situata a pochi passi dal centro storico del piccolo paese di Alcara Li Fusi, proprio sotto il suggestivo scenario naturale delle Rocche del Crasto e offre la possibilità di soggiornare in piena tranquillità, in camerette confortevoli che possono soddisfare le esigenze della famiglia, dei singoli e dei piccoli gruppi.

Stanze disponibili: 5
Informazioni sulla struttura
Per info 3472927684
Informazioni sulle camere
Arredata in maniera semplice ed elegante, la struttura si distingue per la comodità e la cordialità nell'accoglienza riservata agli ospiti.
La struttura è composta da 5 camere, singole, doppie o matrimoniali, graziosamente arredate per garantire agli ospiti il massimo del confort.
L'affittacamere Nicolò offre ai propri ospiti i seguenti servizi:
•collegamento internet;
•si accettano cani di piccola taglia
Ristorazione
Per info 347 29 27 684
Informazioni sulla zona
Luoghi, monumenti e paesaggi da visitare
Chiesa Madre di Maria SS. Assunta: sorge nella piazza centrale del paese. Fondata nel Trecento, venne ricostruita nel Cinquecento, dopo un terremoto che ne causò il crollo. Essa presenta un portale in pietra calcarea (1632) e un tiburio ottagonale ed è affiancata da uno splendido campanile merlato e cuspidato. Al suo interno custodisce una tela raffigurante San Nicolò Politi di Filippo Tancredi (1655-1722/25), una tela raffigurante l'Adorazione dei Magi di Giuseppe Tommasi (1644), una bellissima urna in argento di San Nicolò Politi del 1581 e la statua del Santo patrono del XVI secolo. Di grande interesse artistico è il fonte battesimale in marmo.

Chiesa di San Pantaleone: risalente al XVI sec., presenta un campanile a cuspide ed è ricca di tele settecentesche e, all'altare maggiore, un dipinto su tavola del 1530, di ignoto artista di scuola antonelliana, raffigurante una Madonna col Bambino, fra i santi Sebastiano e Francesco.

Chiesa di S. Elia: sita dove un tempo sorgeva il Convento dei Frati Cappuccini, affiancato alla chiesa dedicata a Sant’Elia, edificata nel 1574 su un preesistente tempio pagano consacrato alla Fortuna distrutto dal grave e disastroso sisma che ebbe luogo il 10 Giugno 1490. Era una costruzione architettonicamente molto solida, con archi a tutto sesto, tiranti e contrafforti. Il cenobio ospitò per un lungo periodo una cospicua comunità monastica maschile aderente alla Regola di San Matteo da Bascio, per essere lungamente adibito, dopo l’abbandono da parte dei frati, a deposito comunale fino al 1956, anno nel quale divampò un furioso incendio che, pur preservando la chiesa, non risparmiò il convento, il quale risultò quasi completamente distrutto ad eccezione della preziosa biblioteca, al cui interno era custodita una pregiata collezione di libri antichi di epoche comprese fra il 1400 ed il XVIII secolo. L’area sulla quale si innalzava, un tempo, il Monastero dei Frati Cappuccini, conserva soltanto il muro perimetrale del lato est quale vestigia appartenente al convento, ed è oggi adibita a parco pubblico con annesse aree ludiche per bambini, rendendo assai suggestiva l’area nella quale sorge la chiesa dedicata a Sant’Elia, dalla quale si gode un magnifico panorama sulla vallata del torrente Rosmarino.
E' la chiesa nella quale viene custodita la "vara" di S. Nicolò Politi nella notte fra il 17 e il 18 Agosto, prima del pellegrinaggio all'Eremo.

Chiesa di San Michele Arcangelo: ad unica navata, negli altari custodisce una scultura dell'Immacolata, le statue di San Sebastiano e San Michele Arcangelo.

Chiesa di Maria del Rosario: costruita alla fine del Quattrocento, su un edificio sacro duecentesco, con una facciata preceduta da un luminoso portico.

Chiesa della Grazia: in località Grazia, si può ammirare la piccola chiesa omonima, si dice che sia stata costruita in segno di ringraziamento dopo l’epidemia pestilenziale del 1525 dalla quale Alcara rimase indenne. La Chiesetta sorge ai piedi di un affascinante costone roccioso.

Chiesa della SS. Trinità: sorge nel vecchio quartiere “Motta”, che conserva tuttora intatto, nell’impianto urbanistico, un fascino di chiara impronta medievale (con il suo intreccio di vie richiamanti la tipica disposizione dei quartieri arabi), dove venne stabilito, un tempo, il primo nucleo di Alcara Li Fusi. Risalendo lungo la via SS. Annunziata si giunge alla piccola chiesa dedicata alla Santissima Trinità, la quale costituisce, insieme ai ruderi del Castello Turiano nella cui area, un tempo, era annessa, gli unici resti dell’antico centro abitato fondato, come vuole la tradizione, da Patrone il turiano.

Fontana Abate o dei Sette Cannoli: detta così perché presenta sette getti d'acqua, per secoli ha rappresentato un punto d’incontro per gli abitanti. Al centro presenta una lapide in pietra con questo distico latino, attribuito al Donadei: "Quas antro gelidas hausit gens Turia lymphas/Arcara hoc placido splendida fonte bibit" (Le gelide acque che la gente Turia attinse all'antro, Alcara splendida le beve da questa placida fonte). La fontana subì notevoli danni (in particolar modo alla parete posteriore, quasi completamente rovinata), in seguito al grave e disastroso sisma che ebbe luogo il 10 Giugno 1490. Nel 1841 il monumento crollò interamente a causa di una frana ma fu immediatamente e prontamente riedificato, in stile barocco, con l’aggiunta di una terza iscrizione incisa su lapide, a completamento delle prime due originarie, ricollocate al loro posto come pure lo storico stemma cittadino, un’aquila coronata ad ali spiegate. La fontana presenta, anteriormente, una vasca lunga nove metri e larga, circa, due metri, nella quale si riversano sette getti d’acqua freschissima, ed è completata da una parete lapidea retrostante piuttosto alta che si modella, al centro, con una rientranza nella quale fa bella mostra di sé un mascherone allegorico dal quale sgorga il getto d’acqua centrale sormontato dallo storico stemma della città.
A pochi passi dalla fontana si trova un antico lavatoio comprendente ben ventiquattro vaschette, disposte simmetricamente due a due, alimentate da altrettanti getti d’acqua e sormontato da un’ampia tettoia, presso il quale, fino a non molto tempo addietro, le donne si recavano a lavare i panni.

Museo di Arte Sacra: ospitato nel Monastero delle Vergini Benedettine, comunemente detto “Badia”, architettonicamente connessi con l’adiacente Chiesa di S. Andrea. L’insieme delle opere esposte è essenzialmente costituito da arredi liturgici provenienti dalle antiche chiese della cittadina. Sono opere cariche di secoli di fede, storia e tradizioni ancora radicate nella vita semplice e dignitosa della gente di Alcara e offrono al visitatore l’opportunità di ripensare e riscoprire un’eredità artistica e spirituale in una terra che segue tuttora le orme del Santo Eremita Nicolò Politi.

Castel Turio : si conservano dei ruderi costituiti da alcune strutture murarie dotate di piccole aperture d’accesso, senza pavimenti, scale, coperture o solai, e una torre quadrata svettante contro il cielo, edificate con tecniche costruttive povere e materiali reperiti in loco, arroccata su uno spuntone roccioso ai margini di Alcara Li Fusi. Tali strutture superstiti, che tuttavia non consentono una lettura ricostruttiva dell’impianto che si suppone avesse un assetto planimetrico rettangolare, sono state interessate da lavori di ristrutturazione e restauro nel 1980 e costituiscono le uniche vestigia, insieme alla piccola chiesa dedicata alla SS. Trinità, dell'antico nucleo abitato fondato da Patrone il turiano. Tale nucleo abitato costituì, in seguito, il vecchio quartiere “Motta”, al quale fecero seguito il quartiere mediano “Parrocchia” e la parte più bassa, l’antico quartiere “Badia”, comprendente l’attuale centro del paese.

Borgo pastorale Stidda: l’antico villaggio pastorale “Stidda”, edificato nei pressi dell’omonimo torrente, si rivela un importante sito etno-antropologico. L’arcaico agglomerato rurale è costituito da capanne in pietra a secco con coperture in tegole o frasche, affiancati da recinti per il ricovero del bestiame che richiamano gli antichi insediamenti preistorici i quali, un tempo, punteggiavano numerosi le montagne, offrendo riparo ai pastori e alle loro greggi e mandrie.
Come raggiungerci
Collegamenti, orari e mappe per raggiungere Alcara Li Fusi
In auto
Da Palermo (aeroporto Falcone e Borsellino): A20 direz. Messina, uscita S. Agata Militello. Immettersi sulla SP.161; Alcara si trova a 16 km.

Da Catania (aeroporto Fontanarossa): A18 direz. Messina, proseguire sulla A20 direz. Palermo, uscita S. Agata Militello. Immettersi sulla SP.161; Alcara si trova a 16 km.

Da Messina: A20 direz. Palermo, uscita S. Agata Militello. Immettersi sulla SP.161; Alcara si trova a 16 km.
In autobus
I collegamenti sono garantiti dalla autolinea Sberna, che collega Alcara Li Fusi con S. Agata Militello.


Durata media del tragitto: 45 min.

Orari:

S. Agata Militello - Alcara Li Fusi: 8:00, 11:00, 13:30, 15:15, 17:00, 18:15.

Alcara Li Fusi - S. Agata Militello: 5:40, 7:00, 9:00, 12:15, 14:20, 16:00

In treno
Raggiungere la stazione ferroviaria di S. Agata Militello e poi proseguire in autobus.

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