Feste e sagre in Sicilia

Chiesa di S. Rosalia

Via Guglielmo Marconi - Bivona (AG)

Fra gli edifici sacri oggi agibili, la Chiesa di S. Rosalia è sicuramente l’edificio più antico meglio conservato. La storia che ha portato alla costruzione della Chiesa è molto complessa: si narra infatti che la prima Chiesa costruita in onore di Santa Rosalia fosse molto piccola, quasi una piccola cappella, benchè fosse dotata di un campanile. In seguito venne riedificata per la seconda volta, probabilmente per ringraziare la Santa di avere liberato Bivona dalla peste del 1575-1576: Santa Rosalia apparve infatti ad una devota sopra una grande pietra, e le disse di stare tranquilla “che presto Dio Benedetto avrebbe liberato la città ed il Regno di tanto flagello”. La pietra divenne oggetto di culto, e ben presto di essa non ne rimasero che pochi resti, perché ogni persona che voleva essere guarita dalle febbri malariche ne portava via un po’. Successivamente la Chiesa venne ricostruita di sana pianta, inglobando alcune case limitrofe che da tempo non venivano abitate più perchè si diceva che spesso vi “erano cascate saette dal cielo”. Poco tempo dopo si diffuse nuovamente la peste, ed il popolo invocò di nuovo la Santa, così come fece il popolo Palermitano, che ne ricercò le ossa sul Monte Pellegrino, ritrovate poi il 15 Luglio del 1624. Le ossa vennero portate in processione per le vie di Palermo e tutta la gente vi si mise al seguito; quando passava la processione miracolosamente molte persone guarirono e nel giro di poche settimane la peste scomparve. Nella lettera che il rettore del collegio gesuita di Bivona inviò al gesuita padre Caetani concludeva: “V.R. di grazia mi scriva alcuna cosa a ciò si accendano di più alla divozione di questa Santa li cittadini nostri, alli quali viene scritto che nel tumulo dove si trovò la Santa vi era scritto Rosalia Bivonesa”. Negli stessi anni Suor Maria Roccaforte disse di avere avuto delle visioni che le dicevano che S. Rosalia era vissuta in una grotta che si trovava là dove poi è stata costruita la Chiesa. Poco tempo dopo fu rinvenuta nel bosco della Quisquina la Grotta con l’incisione stessa della Santa. I bivonesi cominciarono così a scavare sotto la Chiesa per trovare la grotta dove avrebbe abitato a Bivona Santa Rosalia, senza tuttavia trovarla. Comunque per tutti i miracolosi eventi che erano successi a Bivona Santa Rosalia venne proclamata Patrona del paese.

La chiesa oggi
L’edificio che oggi esiste risale alla terza ricostruzione: esso, a navata singola, è affiancato da due piccole cappelle (una a destra ed una a sinistra) dove sono collocate rispettivamente una statua della Madonna di Lourdes con il fonte battesimale ed una statua del Sacro Cuore di Gesù. Nella parte sollevata dell’altare trova dimora l’imponente statua e vara di Santa Rosalia: esse vennero scolpite nel 1601 o 1604 dal sacerdote bivonese Ruggero Valenti, come penitenza per un delitto che aveva commesso. Negli spigoli che precedono l’inizio dell’abside sono collocate due statue: una raffigurande San Pio, mentre l’altra Sant’Antonio da Padova. Nelle pareti absidali invece, in corrispondenza del presbiterio, vi sono il crocifisso ligneo nella parete di sinistra ed il quadro raffigurante San Giuseppe col bambin Gesù ed Angeli nella parete di destra. A pochi passi dall’ingresso è possibile inoltre soffermarsi a guardare una botola, dalla quale è possibile vedere parte del tronco dell’albero dove Santa Rosalia si intratteneva a pregare. Lungo le pareti della Chiesa sono affissi sei quadri: i più antichi, che risalgono al 1867, sono sicuramente i quadri della “buona morte” e della “cattiva morte”; gli altri quattro quadri, dipinti dal pittore Mario Amari di Calamonaci, invece sono molto recenti (1985), e raffigurano S. Rosalia nella grotta, S. Rosalia coronata di fiori, S. Rosalia sollevata dagli angeli, Santi in gloria. Sulla volta della Chiesa vi è una tela settecentesca con l’incoronazione della Santa.


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