Feste e sagre in Sicilia

Chiesa e Monastero di San Benedetto Abate

Via Umberto - Militello in Val di Catania (CT)

La chiesa di San Benedetto Abate, annessa all’omonimo monastero benedettino, venne edificata a partire dal 1616 su progetto del padre cassinese Valeriano de Franchis, con bolla papale promulgata dal Pontefice Paolo V in data 19 gennaio dell’anno 1614. Corridoi scorrenti lungo la corte che si prolungano sino ai prospetti sui quali si aprono con grandi balconi, invece che con le finestre seriali, riservate alle celle, sviluppo su due elevazioni, grandi sotterranei e seminterrati per tutti i vani di servizio e di deposito. Il monastero malgrado le parziali distruzioni e ricostruzioni dopo il 1693 e le successive trasformazioni di riuso, conserva ancora intatta la sua qualità spaziale seicentesca e ci dà modo di immaginare quella originaria del monastero catanese. La chiesa a navata unica, profondo presbiterio e tiburino alla crociera, ha tre cappelle poco profonde per parte, separate da ampi tratti di muro corrispondenti a vani cechi, che forse avrebbero dovuto contenere le tombe dei principi, delle figlie e del fratello del marchese don Vincenzo Branciforti, abate di S. Maria Nuovaluce di Catania. Il prospetto della chiesa di San Benedetto, così come evidenziato precedentemente, risale al progetto originario del primo ‘Seicento solo nei primi due ordini, poiché il terzo ed il coronamento crollarono inseguito al terremoto del 1693 e furono ricostruiti con diverso disegno nella prima metà del ‘Settecento.
Il prospetto possiede, al primo ordine, tre campi definiti da paraste doriche a specchio incassato, con corretta trabeazione con trifogli e metope figurate; un secondo ordine ionico, limitato al campo centrale è raccordato all’inferiore da volute, con trabeazione che presenta nel fregio bombato di ascendenza veneta uno straordinario bassorilievo continuo, con elementi figurativi e araldici, purtroppo molto eroso. Il portale centrale con coronamento a timpano spezzato esibisce una targa commemorativa, sulla quale è incisa una lunga epigrafe che ricorda la conclusione dei lavori nel 1646 ad opera di donna Margherita Branciforti, figlia di don Francesco; il finestrone superiore presenta la caratteristica delle larghe bugne con decoro a graticcio, segni tipici dei lapicidi locali del ‘Seicento. Il prospetto del convento presenta entro l’intelaiatura dell’ordine gigante tuscanico una calibrata distribuzione di finestre di vario disegno di oculi ovali e di balconi, dei quali quello centrale si lega al portone a costituirne la tribuna d’onore. Le membrature architettoniche sono arricchite da volute, cartocci, putti, mascheroni, conchiglie, festoni, secondo il fastoso lessico decorativo dei lapicidi. I prospetti laterali hanno un impianto semplice nel decoro delle mostre e nel telaio dell’ordine, ridotto alle sole paraste terminali.

Fonte / Autore: www.parrocchiasanbenedettoabate.it


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