Feste e sagre in Sicilia

Regia Cappella Palatina e Castello Marco

- Calascibetta (EN)

La Regia Cappella Palatina, Chiesa Madre di Calascibetta dedicata a Santa Maria Maggiore, venne costruita sopra i ruderi del castello Marco ad opera del re Pietro II d'Aragona, ultimata nell'anno 1340; subito dopo, nel 1342, fu nominata dallo stesso re Regia Cappella Palatina. Oggi costituisce la massima testimonianza visibile e tangibile dell'operato del re Pietro II d'Aragona nella città di Calascibetta. Il re aragonese la arricchì di fondi, oltre delle decime dei cittadini; questo fu un segno inconfutabile della presenza dei reali in Calascibetta e della preferenza accordata a questa città. La chiesa ha le caratteristiche dell'architettura religiosa urbana delle grandi cattedrali di Sicilia, la cui pianta si sviluppa a forma basilicale. Oggi dopo diversi rimaneggiamenti si presenta a tre navate e può essere considerata tra le maggiori espressioni dell'arte catalana in provincia di Enna.
 
All'interno della chiesa sono presenti numerosi esempi in bassorilievo d'arte catalano-aragonese. Sulle basi della navata sinistra, su cui si slanciano allineate le colonne, si osservano: felini alati accovacciati come delle sfingi egizie, oltre a molti bassorilievi che presentano forme allegoriche, tale simbologia lascerebbe immaginare il potere regio presente all'interno della struttura ecclesiastica con timidi richiami alla regalità della casa aragonese. Sulle basi della navata destra, in basso, è presente un motivo a zampe di uccello rapace, il grifone, caratteristica che si ripete in tutte le basi della stessa navata. Nel XIV secolo il grifone era visto come elemento scaramantico che doveva tenere gli spiriti maligni, lontano dalla costruzione dove questo era collocato. 

Opere di rilievo presenti nella Chiesa Madre: “Ciborio di marmo” posto sulla navata destra (1556. Scuola Gaginiana), fonte battesimale in marmo bianco, al centro vi è riprodotto il battesimo di Gesù, sul piedistallo esagonale sono riportate delle idre fluttuanti (1571. Scuola Gaginiana), sulla navata destra nella seconda colonna, possiamo osservare un bassorilievo veramente originale e piuttosto curioso. Questo motivo decorativo a rilievo è detto “tricipitium”: mostra al centro due profili umani contrapposti con un terzo profilo intercalato fra i due; l'Assunzione di Maria” di  Gianforti Lamanna, il quadro è ubicato sull'altare maggiore della navata centrale, è una delle più grandi tele presenti in provincia di Enna;  “Il Gran Conte Ruggero e la città di Calascibetta” (1783. Francesco Sozzi) la tela è ubicata nella sacrestia della chiesa madre(già Regia Cappella Palatina).
 
La costruzione sorge sopra i ruderi di un castello, residuato di un fortilizio arabo venuto alla luce durante i restauri della chiesa. I resti possono essere agevolmente osservati, poiché gli scavi sono stati lasciati aperti e si trovano inglobati nell'area del pavimento della chiesa e delle sacrestie adiacenti. Il castello che gli antichi storici denominavano Marco era posto sulla sommità del colle che guardava ad Aquilone (Nord). Quello di Calascibetta fu uno dei primi castelli di vetta della Sicilia, conteneva al suo interno anche una chiesa rupestre paleocristiana, parzialmente visibile, ancor oggi, attraverso un vetro posto sul pavimento dell'attuale chiesa. I muri perimetrali presentano alcune feritoie, che servivano per la difesa della fortificazione. Nell'insieme queste due costruzioni, comprese l'una nell'altra, ostentano, rispettivamente, la prima, l'architettura fortificata chiaramente difensiva, scrivendo nel contempo una pagina della tecnica militare; la seconda, invece, l'architettura del tardo gotico siciliano. Essa, come tutte le strutture sicule, non mantiene le linee pure dello stile architettonico, ma risente di adattamenti costruttivi tipici isolani. La maestosità del tempio catalano con i suoi colonnati ad ogiva, ma soprattutto con i suoi bellissimi bassorilievi riportati nelle facciate delle basi delle colonne sono le testimonianze tangibili della storia civile e militare di questa terra.

Fonte / Autore: Comune di Calascibetta


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