Feste e sagre in Sicilia

Festa di San Sebastiano a Santa Venerina

Ultima domenica di gennaio - Santa Venerina (CT)

Festa di San Sebastiano a Santa Venerina a Santa Venerina
Festa in onore di San Sebastiano Martire, compatrono della città di Santa Venerina (CT). Tradizionale processione delle confraternite. Uno spaccato di fede, tradizioni e folklore popolare. San Sebastiano, dal racconto leggendario della sua vita, sappiamo che era originario di Narbo Martius (Narbonne), una colonia romana della Gallia meridionale. Venuto a Roma, entrò a far parte dell’esercito imperiale e fu nominato tribuno della coorte pretoria. Durante le persecuzioni di Diocleziano contro i militari convertiti al cristianesimo, rifiutò di rinnegare la fede in Cristo e per questo fu condannato ad essere trafitto dalle frecce dei commilitoni. Sfuggito miracolosamente alla morte, fu curato da una pia donna di nome Irene e non appena ebbe sanato le ferite, tornò a sfidare l’imperatore che lo fece condurre in catene all’ippodromo del Palatino e flagellare a morte. 

La festa di San Sebastiano, compatrono di Santa Venerina è organizzata dalla Confraternita San Sebastiano l’ultima domenica di gennaio. È una manifestazione di fede che richiama centinaia e centinaia di fedeli, intere famiglie e generazioni, del paese ma anche dei centri vicini, a testimonianza dell’attaccamento che la gente nutre verso il Martire. Preceduta da un triduo di preparazione, la festa prevede la svelata del simulacro, la traslazione dalla cappella all’altare maggiore, la S. Messa solenne, l’uscita del simulacro dalla chiesa e la processione del fercolo per le vie del paese. Ad arricchire la partecipazione, l’esibizione del corpo bandistico e il raduno delle Confraternite provenienti da tutta la Sicilia, da tempo ormai appuntamento fisso della festa di San Sebastiano a Santa Venerina. Rientra nel programma, messo a punto dalla commissione e dal parroco, la celebrazione dell’ottava.
 
Il simulacro del Santo è custodito nella cappella, costruita nel 1895, all’interno della Chiesa Madre “Santa Venera” in piazza Roma, nel centro storico del paese. La statua del Santo, realizzata a metà dell’Ottocento dai maestri acesi, fece il suo primo, trionfale ingresso nel paese nel 1863. Compatrono della cittadina, San Sebastiano viene festeggiato l’ultima domenica di gennaio. La ricorrenza, tanto attesa dai mastri di festa, della confraternita, dai “divoti veri”, inizia per tradizione poco dopo l’alba, alle ore 7 I primi spari d’artificio accompagnati dallo scampanio delle campane delle chiese del paese. 
 
Suggestiva è la “svilata”, la tanto attesa apertura della cappella del Santo, posta nella navata laterale destra della Chiesa, alla presenza di molte confraternite, provenienti da tutta l’isola, caratterizzati da tradizionali abiti e gonfaloni: fede, amore, spirito di sacrificio verso il bi-martire, tra la commozione di tutti i presenti, rinsaldano cuori e legami siciliani . Il pathos dell’attesa, in un’atmosfera quasi surreale, tra i devoti assiepati nella chiesa e nelle strade del paese, si scioglie tra lo sventolio dei fazzoletti rossi, il suono delle campanelle, le grida “Viva Sammastianu, “Viva u Rizzareddu”, nel pianto smorzato per qualche grazia ricevuta o il ricordo silenzioso di fratelli di corda. I tradizionali 21 colpi a cannone preannunciano un’ora prima, l’imminente uscita pomeridiana (alle ore 15) del simulacro del Santo, sistemato sulla “Vara”.

Una trepidante folla di fedeli è in attesa nella piazza per il momento forse più spettacolare della festa: la magica coreografia; l’accavallarsi della roboante moschetteria, i fuochi d’artificio, il lancio di striscette di carta colorate, il fascino delle bancarelle, le note della banda musicale, le grida dei devoti e lo sventolio dei gonfaloni, la posa dei fiori al monumento del milite ignoto e l’inno intonato dalla fanfara dei Bersaglieri, costituiscono fasi importanti di manifestazione di fede. Il simulacro del Santo, trainato in processione “ca corda” dai “ piccoli rizzareddi“ (piccoli devoti), procede per le vie del paese tra le note della banda e il suono della campanella che contraddistingue ogni fermata per le offerte al Santo. A conclusione della gioiosa e intensa giornata, il ritorno in piazza, con la tradizionale ed emozionante “cursa finali” (corsa finale) tra le note che, nella fantasia popolare, rappresenta il soccorso del Santo al popolo colpito da pestilenze e malattie. Infine, dopo gli spettacolari fuochi d’artificio, il rientro in Chiesa del simulacro del Santo, che viene riposto all’interno della cappella tra gli “Viva Sa Mastianu”, Viva u Rizzareddu".
 
Tratto da: Roberto Patanè, La Voce dell'Isola - Febbraio 2007

Maggiori informazioni
Pagina facebook Festa di San Sebastiano 
Sito Comune di Santa Venerina

Ultima modifica: 2019-09-18 19:37


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