Informazioni su Palma di Montechiaro (Agrigento)
Palma di Montechiaro, posta a pochi chilometri da Agrigento, è conosciuta come la città del Gattopardo, il paese infatti è la Donnafugata del noto romanzo di Tomasi di Lampedusa. La città venne fondata il 3 maggio 1637 nella baronia di Montechiaro, dai fratelli gemelli Carlo, Barone Tomasi, e Giulio che, pochi anni dopo, gli sarebbe subentrato nel titolo. L'effettivo artefice della fondazione fu, però, un potente zio dei gemelli, Mario Tomasi de Caro, Capitano del Sant'Uffizio dell'Inquisizione di Licata, e governatore della stessa città, da cui provenivano anche Carlo e Giulio Tomasi. Anch’egli, insieme a suo cugino sacerdote Carlo de Caro, era presente alla posa della prima pietra della Chiesa della Vergine del Rosario. A difesa della città dagli attacchi dei pirati saraceni provenienti dal mare, il duca Carlo fece costruire, dopo avere ottenuto il permesso da Filippo IV di Spagna, una torre che dedicò a San Carlo.
La città fu costruita seguendo un’ ideale pianta a maglia ortogonale. Innumerevoli furono le iniziative sociali e filantropiche dei Tomasi, tanto che il duca di Palma Giulio può essere considerato appieno un "riformatore sociale" e, per la sua religiosità, meritò l'appellativo di Duca Santo. Fece costruire sulla collinetta denominata il Calvario, la Chiesa di Santa Maria della Luce e da uomo religiosissimo qual era, realizzò una via crucis che rappresentava il percorso di Gesù dal palazzo di Pilato al Golgota. Il nome di Palma deriva dall’albero di palma, che compare nello stemma familiare dei De Caro, alla cui famiglia il feudo, costituito da soli terreni e case sparse per la conduzione delle coltivazioni, appartenne fino al secolo XVI, quando, come dote matrimoniale, giunse ai Tomasi. Il nome Palma venne dato al paese dal duca Carlo De Caro, che lo fondò nel 1637, per ricordare lo stemma della sua famiglia in cui è raffigurata un albero di palma, simbolo di gloria. Per tutto il XV secolo il borgo appartenne ai principi De Caro sin quando, nel 1500, per matrimonio, passò ai signori Tomasi di Pelagie (Lampedusa e Linosa). Nel 1812 il comune ottenne l'autonomia. Solo nel 1865 venne aggiunto l'appositivo "Montechiaro" per la vicinanza con l'omonimo Castello, opera della famiglia Chiaramonte.
Il "Parco Letterario Tomasi di Lampedusa" dedicato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è un progetto culturale che interessa i comuni di Palermo, Palma di Montechiaro e Santa Margherita di Belìce. Il Parco letterario propone, oltre alle iniziative localizzate nei territori degli altri due Comuni interessati, un itinerario attraverso il centro storico di Palma di Montechiaro, il cui tracciato secentesco è ancora intatto e leggibile: il Palazzo Ducale, principesca dimora dei Tomasi di Lampedusa, la Chiesa Madre, con "le sue tozze colonne di marmo rosso" attribuite nel Gattopardo al Duomo di Donnafugata, il Monastero delle Benedettine, la Casa degli Scolopi (oggi sede del Municipio).
Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896-Roma 1957). Aristocratico di nascita, visto che apparteneva alla famiglia dei Principi di Lampedusa e Duchi di Palma di Montechiaro, amante dei viaggi per vocazione, passione che lo portò a conoscere buona parte dell'Europa. Egli si ricorda soprattutto come autore del romanzo “Il Gattopardo”.
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