Informazioni su Santa Ninfa (Trapani)
Comune in provincia di Trapani, Santa Ninfa fu fondata nel 1605 da Luigi Arias Giardina, il quale, con benestare del Re Filippo III, cominciò ad urbanizzare il paese con strade e costruzioni di edifici civili e religiosi. Il paese fu costruito con assi viari concentrici che convergono nella piazza centrale. Nel corso degli anni successivi, vennero costruiti edifici quali: il palazzo Baronale, l'Ospedale, la chiesa di Sant'Orsola, la chiesa di Sant'Anna ed il Convento del terz'ordine di San Francesco, la chiesa Madre (la Cattedrale del paese) e le Carceri. Nel 1615, dopo la fondazione dell'Arcipretura di Santa Ninfa, il paese fu dichiarato Feudo Baronale. Da quel momento in poi, e nei secoli successivi, il feudo passò di famiglia in famiglia, arricchendo sempre di più il paese con nuove costruzioni.
Numerosi reperti archeologici testimoniano che il territorio di Santa Ninfa, è di interesse archeologico. In località "Finestrelle" la presenza ancora visiva di una necropoli SICANA, alle pendici dell'omonimo monte, ha ridato alla luce alcuni reperti di manufatti in coccio di una primitiva popolazione del IV secolo a.C. Detto sepolcreto dona il nome alla montagna (in dialetto "finestreddi": in tal modo gli autoctoni indicano le tombe rupestri che, viste da lontano, assumono le sembianze di tante minuscole finestre).
Il terremoto del Belice. Il paese di Santa Ninfa fu colpito dal disastroso terremoto della Valle del Belice, il 15 gennaio 1968. La scossa fu del 9° grado della scala Mercalli causando crolli in tutto il paese. Molte abitazioni, infatti erano costruite con tecniche strutturali molto scadenti: Tufo e malta, in assenza totale di strutture in cemento armato; per cui il paese fu quasi completamente distrutto. Con le scosse successive di assestamento crollarono strade, ponti, tralicci della corrente elettrica e telefoniche, isolando il paese per diverso tempo. Il bilancio di quella scossa fu pesantissimo; si ebbero 337 morti e 560 feriti. Gli sfollati furono 8.000, e i senzatetto 2.000, che trovarono ospitalità nelle tendopoli costruite nella piana sottostante. Per far si che gli ultra quarantenni non dimentichino ed i giovani conoscano è stato istituito, presso la sede municipale di piazza Libertà, un "Percorso della memoria".
Dopo molti anni, il paese fu completamente ricostruito con abitazioni antisimiche, conservando idealmente la struttura urbanistica dell'antico paese. Il patrimonio artistico del paese di Santa Ninfa. Delle chiese preesistenti al terremoto (chiesa Madre, chiesa della Madunnuzza, del Purgatorio, della Badia, di San Francesco, di San Vito, di Sant’Anna), sono state restaurate soltanto la chiesa del Purgatorio e della Badia, mentre la Madrice, la chiesa della Madunnuzza e quelle di San Francesco e di San Vito sono state demolite a causa dei gravi danni subiti durante l’evento sismico del 1968. Il vecchio Castello di Rampinzeri, a denominazione “castello”, per ciò che riguarda la grande masseria di Rampinzeri, è impropria, non essendo questo munito di fortificazioni.
Nell’accezione comune il grande baglio viene chiamato così a causa delle trasformazioni subite nell’800, che lo hanno reso castelletto neogotico dall’interessante bicromia, e dalla storia importante che tale costruzione svolge nella genesi di Santa Ninfa. Edificato sulle vestigia dell’edificio sorto ad inizio ‘600, il baglio subì numerose trasformazioni nel corso del ‘700 ed ‘800. Di questo Castello si fa accenno nel romanzo del principe Giuseppe Tommasi di Lampedusa “Il Gattopardo”, dove viene impropriamente definito “fondaco”.
Nel territorio di Santa Ninfa è stata istituita nel 1995 la Riserva Naturale Integrata "Grotta di Santa Ninfa"
Festa di Santa Ninfa Patrona del paese il 12 novembre
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